Quando ero bambina andare a mangiare la pizza era un' occasione speciale.
Non era un'abitudine, per la mia famiglia, ma un momento per stare fuori tutti insieme, mangiare una cosa buona e farsi servire e riverire. Era bello ed era una cosa che mi emozionava ("stasera andiamo a mangiare la pizza!").
Andavamo, ma non spesso, in un posto che si chiamava "Marechiaro" ed era popolare, a Mantova. Oppure in un altro che aveva le luci blu, l'insegna blu, sembrava un ristorante di pesce e forse lo era ma faceva la pizza al forno a legna. Ho dei ricordi in cui la città era vuota, come spesso era Mantova la sera di inverno, ma dentro c'era gente. Questa sensazione di euforia quando dovevamo uscire a cena mi ha accompagnato sempre, nel ricordare.
Ora mangio fuori 3 sere su 7, qualche volta ho battuto il record di non cucinare per una intera settimana, altre volte ho mangiato fuori per necessità e tutta la magia di quei momenti bambini era stata inghiottita da un frigo vuoto e da una giornata lavorativa finita alle 22.00.
Una vita del genere ha un indiscutibile svantaggio in termini economici ed è il prezzo da pagare (letteralmente) per chi vive in una grande città. Il costo maggiore, però, va individuato soprattutto nell'abbandono di tutti quegli apprezzabili dettagli connessi al mangiar fuori per il piacere di farlo.
Quante sono le cene davvero conviviali che fate fuori casa? Quante volte, invece, vi trovate al tavolo di un ristorante perché vi capita?
Un invito all'ultimo minuto, una finta cena fatta di pizzette e pasta fredda a 10 euro, mangiare al volo prima di andare al cinema. Per non parlare di quando il ristorante vi arriva a casa, con una app di food delivery, una serie tv, un divano.
Il segreto del mio lungo matrimonio? Andiamo al ristorante due volte a settimana. Ceniamo a lume di candela, musica romantica e qualche passo di danza… Lei ci va il martedì e io il venerdì.
Henny Youngman
Cenare fuori significa prepararsi e farsi belli. Coinvolgere altre persone, scegliere il posto. Immaginare che cosa si vuole gustare. Se imparassimo a diradare le uscite a cena potremmo risparmiare qualche soldo da investire in un'unica cena fuori molto elegante, molto speciale. Se imparassimo a selezionare meglio i nostri commensali dicendo qualche "no", potremmo vivere esperienze conviviali molto più sincere, delle serate da ricordare.
Mangiare fuori non deve voler dire "nutrirsi", ma "svagarsi".
Il miglior modo per non avere odori sgradevoli in cucina: Mangiare fuori.
Phyllis Diller
Andare al ristorante da soli è un lusso adulto. Piace quando è una scelta, e non una mancanza di alternative. Piace perché consente di mangiare in fretta, oppure con una lentezza estenuante. Piace perché permette di pensare
Beppe Severgnini